1917 di Sam Mendes
1917 di Sam Mendes. Pura epicità cinematografica!
So.. Here’s the deal: girare un film INTERAMENTE in piano sequenza, per due ore buone, diventa leggermente claustrofobico e martellante. Il ché, diciamolo, considerando la tematica è a dir poco calzante.
Se in altri casi, il mal di testa, l’ansia, il senso di soffocamento e d’impotenza sarebbero stati motivi di bocciatura, di flop (sotto l’aspetto prettamente tecnico) qui, Mendes sbanca e trova e trae la sua forza proprio e soprattutto da questo.
Oltre al suo notorio tocco (stile registico) che scava nelle emozioni e nella psiche umana, la regia di Mendes è incentrata perlopiù sulle storie e sulle relazioni interpersonali dei personaggi a discapito della mera e semplicistica spettacolarizzazione fine a sé stessa e puramente intrattenitiva (da “classico film da guerra” per intenderci).
Questa la sua forza, questa la sua peculiarità. L’andare oltre. Perfino in film in cui non te l’aspetteresti!
Questa la sua forza, questa la sua peculiarità. L’andare oltre. Perfino in film in cui non te l’aspetteresti!
1917 è un viaggio inaspettato, al cardiopalma e al tempo stesso emozionale in cui ti ritrovi (volente o nolente) catapultato in un universo visivamente accattivante, poetico EVOCATIVO quasi a sfiorare il religioso, ma allo stesso tempo angosciante con una regia (che mi verrebbe da definire “da videogioco”) immersiva, in prima persona, dalla quale si esce saturi sia a livello umano, che cinematografico, che culturale!
Lasciatemelo dire, Mr. Mendes rimane un mastro cineasta con i “controstrafiocchi”!
Vera e propria goduria per gli occhi, per il cuore e per la mente dello spettatore, soprattutto dalla seconda parte in poi..
Vera e propria goduria per gli occhi, per il cuore e per la mente dello spettatore, soprattutto dalla seconda parte in poi..
Certe scene sono un puro visibilio ottico! Basti pensare a quella del protagonista che si fa largo in una giungla di fiamme, che ha un sacco di richiami di genere e stilistici.
Chapeau 🏻
Mariacarla Marchese